Droni militari italiani, quali sono e come operano: il quadro attuale

droni militari italiani

I droni militari italiani rappresentano una componente relativamente nuova dell’Esercito Italiano: ecco la situazione attuale nel nostro Paese

I droni militari italiani sono una novità relativamente recente dell’Esercito Italiano. Le truppe nostrane hanno infatti iniziato a impiegare i propri APR (Aerei a Pilotaggio Remoto) per missioni di sorveglianza aerea e nel contrasto a crimine e terrorismo. Con l’avanzare delle tecnologie militari è ormai diventato impossibile ignorare questa nuova componente bellica, inserita nel contesto della guerra elettronica.

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INDICE

– Droni militari italiani: i dispositivi in dotazione
– Droni italiani: il P2HH Hammerhead
– “MQ-9 Payload”: il programma dell’Esercito Italiano
– Droni militari italiani: il nodo dell’armamento
– L’impiego dei droni in Italia: il caso “Terra dei Fuochi”
– Minacce dal cielo: la contraerea anti-drone dell’Esercito Italiano
– Come pilotare droni militari italiani


Droni militari italiani: i dispositivi in dotazione

Quella di disporre di droni italiani armati, finora, è un’ipotesi ben lontana dal realizzarsi. Come anticipato, infatti, l’Esercito Italiano impiega i suoi APR “sentinella” in ambiti di ricognizione e controllo del territorio. I droni militari italiani pertanto sono:

  • Predator: tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 14,8 metri, lunghezza 8,2 metri; Funzione: ricognizione; Carico Utile: 204 kg
  • Reaper: tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 20,1 metri, lunghezza 10,8 metri; Funzione: ricognizione e attacco; Carico Utile: 1400 kg
  • P1HH: tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 15,6 metri, lunghezza 14,4 metri; Funzione: ricognizione; Carico Utile: 450 kg
  • MALE 2025: tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 26,6 metri, lunghezza 14 metri; Funzione: ricognizione – armabile; Carico Utile: 1400 kg
  • Global Hawk: tipologia High altitude, long endurance; apertura alare 39,8 metri, lunghezza 14,5 metri; Funzione: ricognizione; Carico Utile: 1360 kg
  • Neuron: tipologia Aeromobile da combattimento a pilotaggio remoto; apertura alare 12,5 metri, lunghezza 9,2 metri; Funzione: attacco; Carico Utile: 500 kg
  • Shadow 200: tipologia Aeromobile tattico a pilotaggio remoto da catapulta; apertura alare 4,2 metri, lunghezza 3,4 metri; Funzione: ricognizione
  • Mirach 26: tipologia UAV da catapulta; apertura alare 4,7 metri, lunghezza 4 metri; Funzione: ricognizione
  • Mirach 150: tipologia UAV da catapulta; apertura alare 2,3 metri, lunghezza 4 metri; Funzione: ricognizione
  • Bramor: tipologia Mini UAV da catapulta; apertura alare 2,3 metri, lunghezza 1 metro; Funzione: ricognizione
  • Strix: tipologia Mini UAV da catapulta; apertura alare 3 metri, lunghezza 1 metro; Funzione: ricognizione
  • Raven: tipologia Mini UAV spalleggiatile; apertura alare 1,1 metri, lunghezza 1,3 metri; Funzione: ricognizione
  • Sixton: tipologia Mini UAV a decollo verticale; dimensione 0,5 metri; Funzione: ricognizione
  • Crex-B/Asio/Spyball: tipologia Mini UAV spalleggiatili ad ala fissa e rotante; apertura alare 1,7 metri, lunghezza 0,5 metri; Funzione: ricognizione


Droni italiani: il P2HH Hammerhead

Oltre a questi droni, l’Esercito Italiano è impegnato in un ammodernamento generale del proprio parco APR. In tale contesto, per le truppe tricolore è in arrivo il drone P2HH Hammerhead, prodotto da Piaggio Aero e Leonardo. Questo nuovo dispositivo ha un’aperura alare di 21,4 metri e una lunghezza di 14,4 metri. È un drone armabile e la consegna al Corpo è prevista per il 2023.

“MQ-9 Payload”: il programma dell’Esercito Italiano

Per adattare il Reaper (modello MQ-9) alle moderne caratteristiche tecnologiche attuate nel settore dei droni militari, l’Esercito Italiano ha ideato il programma “MQ-9 Payload”. Questa iniziativa, finanziata con una tranche di 59 milioni di euro distribuiti dal 2021 al 2027, è già attiva. Il programma punta pertanto a garantire un incremento dei livelli di sicurezza e protezione nell’ambito di missioni di scorta convogli. In questo modo, l’Esercito può disporre di una certa flessibilità in contesto di difesa esprimibile dall’aria.

Droni militari italiani: il nodo dell’armamento

Come intuibile dall’elenco di cui sopra, i droni militari italiani non sono armati. Nonostante la prassi bellica si sia spostata verso l’impiego sempre più massiccio degli APR, l’Esercito Italiano non ha ancora ricevuto il via libera per l’armamento dei suoi droni. Il Parlamento – seppur vi siano stati insistenti rumour a riguardo – non ha ancora calendarizzato la questione, che si presenta delicata soprattutto dal punto di vista etico.

Da un lato vi è appunto l’esigenza di adattare il nostro arsenale a quello degli alleati; dall’altro c’è chi fa notare l’approssimazione e la poca precisione dei droni kamikaze, rischiando di provocare vittime collaterali tra la popolazione civile. Il capitolo droni italiani armati, dunque, è destinato a occupare un ruolo sempre più centrale all’interno del dibattito pubblico.

L’impiego dei droni in Italia: il caso “Terra dei Fuochi”

L’Italia non è autorizzata ad armare i propri droni, ma non per questo le nostre truppe tralasciano il vantaggio che gli APR comportano in termini di controllo del territorio. Il drone, infatti, garantisce all’Esercito Italiano di monitorare e prevenire condotte criminose in regioni difficili da sorvegliare in modo capillare.

In quest’ottica, l’Esercito ha dispiegato l’APR Raven per osservare da vicino il fenomeno dello sversamento e smaltimento illecito dei rifiuti nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”, in Campania. Il Raven, volando ad un’altitudine di 500 piedi per un raggio massimo di 10 chilometri, consente infatti di registrare immagini e video del territorio.

L’impiego del drone permette all’Esercito Italiano di raccogliere prove e dati preziosi per una lotta più efficace nei confronti dei reati ambientali. Carabinieri e Polizia di Stato possono così intervenire in maniera tempestiva proprio tramite queste informazioni, garantite dal lavoro dei 200 militari dell’Esercito.


Minacce dal cielo: la contraerea anti-drone dell’Esercito Italiano

L’esigenza dell’Esercito Italiano di dotarsi di sistemi difensivi all’avanguardia proviene dall’uso sempre più massiccio dei droni kamikaze da parte di associazioni terroristiche o stati illiberali. Per questo motivo il Ministero della Difesa ha realizzato, per il Comando Artiglieria Contraerei (COMACA) di Sabaudia (LT) , tre sistemi anti-drone. La sperimentazione di queste soluzioni per la homeland security si è poi tenuta a Nettuno (RM) nell’Aprile del 2018 e ha evidenziato come il sistema anti-drone sia capace di individuare, inseguire e neutralizzare eventuali minacce.

Alla presenza del Direttore degli Armamenti Terrestri, Tenente Generale Francesco Castrataro, e del Comandante dell’Artiglieria Controaerei, Generale di Brigata Antonello Messenio Zanitti, si è quindi potuto constatare come i dispositivi anti-drone siano efficaci. A causa delle loro ridotte dimensioni, della loro manovrabilità e della semplicità di impiego, i droni rappresentano una minaccia reale alla sicurezza nazionale. Uno scenario, questo, che l’Esercito Italiano è però pronto a fronteggiare.

I tre sistemi anti-drone a disposizione dell’Esercito Italiano sono: DRONE DOME, AD3S ed ECUS. Tali sistemi permettono di disporre di una iniziale e minima capacità di difesa in Patria e a favore dei contingenti schierati nei Teatri operativi all’estero. Al fine di incrementare tale capacità, nel corso del 2021, è stato approvato dallo Stato Maggiore della Difesa il Requisito Operativo Preliminare “Sviluppo della capacità iniziale di contrasto alla minaccia mini/micro APR“, che mira a individuare un sistema unico per le Forze Armate.


Come pilotare droni militari italiani

Per pilotare i droni Esercito Italiano è necessario vestire la divisa del Corpo. Per realizzare questo sogno, puoi partecipare ai concorsi pubblici dell’E.I. come VFI, oppure puoi intraprendere la carriera da Sottufficiale o Ufficiale.

Quali sono i droni militari italiani?
L’Esercito Italiano impiega i suoi APR in ambiti di ricognizione e controllo del territorio. I droni militari italiani sono:
  • Predator: (tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 14,8 metri, lunghezza 8,2 metri; Funzione: ricognizione; Carico Utile: 204 kg)
  • Reaper: (tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 20,1 metri, lunghezza 10,8 metri; Funzione: ricognizione e attacco; Carico Utile: 1400 kg)
  • P1HH: (tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 15,6 metri, lunghezza 14,4 metri; Funzione: ricognizione; Carico Utile: 450 kg)
  • MALE 2025: (tipologia Medium altitude, long endurance; apertura alare 26,6 metri, lunghezza 14 metri; Funzione: ricognizione – armabile; Carico Utile: 1400 kg)
  • Global Hawk: (tipologia High altitude, long endurance; apertura alare 39,8 metri, lunghezza 14,5 metri; Funzione: ricognizione; Carico Utile: 1360 kg)
  • Neuron: (tipologia Aeromobile da combattimento a pilotaggio remoto; apertura alare 12,5 metri, lunghezza 9,2 metri; Funzione: attacco; Carico Utile: 500 kg)
  • Shadow 200: (tipologia Aeromobile tattico a pilotaggio remoto da catapulta; apertura alare 4,2 metri, lunghezza 3,4 metri; Funzione: ricognizione)
  • Mirach 26: (tipologia UAV da catapulta; apertura alare 4,7 metri, lunghezza 4 metri; Funzione: ricognizione)
  • Mirach 150: (tipologia UAV da catapulta; apertura alare 2,3 metri, lunghezza 4 metri; Funzione: ricognizione)
  • Bramor: (tipologia Mini UAV da catapulta; apertura alare 2,3 metri, lunghezza 1 metro; Funzione: ricognizione)
  • Strix: (tipologia Mini UAV da catapulta; apertura alare 3 metri, lunghezza 1 metro; Funzione: ricognizione)
  • Raven: (tipologia Mini UAV spalleggiatile; apertura alare 1,1 metri, lunghezza 1,3 metri; Funzione: ricognizione)
  • Sixton: (tipologia Mini UAV a decollo verticale; dimensione 0,5 metri; Funzione: ricognizione)
  • Crex-B/Asio/Spyball: (tipologia Mini UAV spalleggiatili ad ala fissa e rotante; apertura alare 1,7 metri, lunghezza 0,5 metri; Funzione: ricognizione)
I droni italiani sono armati?
No, i droni dell’Esercito Italiano non sono armati. La discussione su questa spinosa questione militare ed etica dovrebbe approdare a breve in Parlamento.
L’Italia ha un sistema di difesa anti-drone?
Il Ministero della Difesa negli anni scorsi ha realizzato per il Comando Artiglieria Contraerei (COMACA) di Sabaudia (LT) tre sistemi anti-drone: DRONE DOME, AD3S ed ECUS. Tali sistemi permettono di disporre di una iniziale e minima capacità di difesa in Patria e a favore dei contingenti schierati nei Teatri operativi all’estero. Al fine di incrementare tale capacità, nel corso del 2021, è stato approvato dallo Stato Maggiore della Difesa il Requisito Operativo Preliminare “Sviluppo della capacità iniziale di contrasto alla minaccia mini/micro APR”, che mira a individuare un sistema unico per le Forze Armate.
Come pilotare droni militari italiani?
Per pilotare i droni Esercito Italiano è necessario vestire la divisa del Corpo. Puoi partecipare ai concorsi pubblici dell’E.I. come VFI, oppure puoi intraprendere la carriera da Sottufficiale o Ufficiale per realizzare questo sogno.

Per ricevere maggiori info, contattaci subito, un incaricato della Nissolino Corsi ti risponderà il prima possibile.

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